ELENCO FAQ
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DOMANDA
Nella descrizione dei Vostri HYDROCHECK COLORTEST noto tre tipi di kit per la determinazione del cloro, e precisamente
6142 CLORO LIBERO DPD
6107 CLORO DPD
6105 CLORO TOTALE,
mentre negli HYDROCHECK SPECTRATEST trovo solo due tipi, e precisamente
6207 CLORO DPD
6205 CLORO TOTALE
Quali sono le differenze? Quale tipo devo usare per determinare il cloro in un’acqua potabile?
RISPOSTA
Nei kit COLORTEST il colore che si sviluppa dopo l’aggiunta dei reagenti viene confrontato visivamente con una scala cromatica che consente di stimare con buona approssimazione la concentrazione della sostanza ricercata. Negli SPECTRATEST detto colore viene misurato mediante un fotometro, che consente di determinare esattamente tale concentrazione. Nel caso proposto entrambe i kit CLORO TOTALE (6105 e 6205) ed entrambe i kit CLORO DPD (6107 e 6207) usano gli stessi reagenti.
I kit CLORO TOTALE sostituiscono i vecchi kit CLORO O.TOL. Il reagente, a base di ortotolidina (che è notoriamente una sostanza con una certa attività cancerogena), è stato riformulato e non contiene più alcuna sostanza considerata pericolosa ai sensi della direttiva 67/548/CEE. Il reagente rileva tutto il cloro presente nel campione, sia in forma di cloro libero, che in forma di cloro combinato (clorammine). I kit CLORO TOTALE sono adatti a determinare la concentrazione di cloro in un’acqua potabile, poiché l’acqua potabile non contiene sostanze organiche in grado di formare clorammine, consumando una parte del cloro in essa presente. In questo caso si può presumere con buona approssimazione che il valore trovato come cloro totale sia molto vicino alla concentrazione presente nell’acqua in forma di cloro libero. L’analisi è estremamente semplice, poiché si usa un solo reagente.
I kit CLORO DPD contengono invece 3 reagenti diversi, che consentono di determinare il cloro libero dopo l’aggiunta dei primi due e il cloro totale dopo l’aggiunta del terzo. In questo modo è possibile conoscere la percentuale di cloro presente nell’acqua in forma di cloro libero e quella presente invece in forma di cloro combinato. Tale differenziazione è importante nei casi in cui il cloro viene usato per disinfettare acque contenenti sostanze organiche in grado di combinarsi con il cloro formando clorammine. Infatti, mentre il cloro libero è un disinfettante energico, le clorammine hanno un’azione disinfettante notevolmente inferiore, considerata ad esempio insufficiente per la disinfezione di acqua di piscina. In casi del genere si effettua l’analisi con uno dei kit CLORO DPD, per accertarsi che la concentrazione di cloro libero corrisponda al valore desiderato.
Inoltre l’analisi del cloro con il DPD ha trovato una notevole diffusione anni fa, con lo scopo di sostituire l’ortotolidina che, come già detto, ha una certa attività cancerogena. Successivamente si è però verificato un certo ritorno al semplicissimo metodo all’ortotolidina per i seguenti motivi:
1) L’impiego di flaconcini preconfezionati, contenenti soluzioni molto diluite di ortotolidina, dai quali il reagente viene aggiunto al campione in poche gocce, non presenta in pratica alcun grave pericolo per l’operatore (pericolo che può invece sussistere per chi lavora in una fabbrica che produce l’ortotolidina come materia prima, per cui negli ultimi anni è diventato molto difficile il reperimento di questo reagente).
2) La sostituzione dell’ortotolidina con il DPD non risolve il problema della salute (che, in considerazione delle minime quantità usate e della notevole diluizione dei reagenti, è stato però sicuramente sopravvalutato), perché anche il DPD è una sostanza tossica che, ai sensi della direttiva 67/548/CEE, va dichiarata come tale nella scheda del reagente.
3) L’impiego del kit CLORO DPD (benchè sostanzialmente semplice) è considerato da molti operatori troppo complicato in relazione al kit CLORO TOTALE.
Stando così le cose, il nostro suggerimento è quello di impiegare il kit CLORO TOTALE per acque pulite, come le acque potabili, e il kit CLORO DPD per acque potenzialmente o sicuramente inquinate e per acque di piscina. Il kit CLORO LIBERO DPD è stato invece messo a punto per i casi in cui è importante conoscere la quantità di cloro libero, vale a dire di cloro effettivamente disponibile per la disinfezione, mentre non interessa conoscere la quantità di cloro combinato, e, di conseguenza, la quantità di cloro totale. Questo kit ha un costo inferiore al kit CLORO DPD, poichè non comprende il terzo reagente (che serve appunto alla determinazione del cloro totale). Anche l’analisi risulta più semplice, perché si misura immediatamente l’intensità del colore che si sviluppa nel campione dopo l’aggiunta dei due reagenti contenuti nel kit.
DOMANDA
Qual è la precisione effettiva del TITRATEST DUREZZA? Quali sono i controlli di precisione da Voi effettuati? Qual è la reazione e a quale standard è riconducibile?
RISPOSTA
Il TITRATEST DUREZZA, della nostra linea HYDROCHECK, è basato sulla reazione di Schwarzenbach, ampiamente descritta in letteratura, adattata alle esigenze di un kit. Detta reazione, che da molti decenni trova impiego nella chimica, è adottata universalmente come metodo standard per la determinazione della durezza. Per quanto riguarda la precisione, il TITRATEST DUREZZA, come tutti i prodotti analitici da noi forniti, viene controllato dalla nostra funzione “controllo qualità”, secondo i nostri standard interni, riconducibili agli STANDARD METHODS for the examination of water and wastewater, 19th Edition, editi da American Public Health Association, congiuntamente ad American Water Works Association e Water Enviroment Federation. Pertanto i nostri kit rispondono ai criteri di precisione richiesti in funzione del tipo di kit e del tipo di analita.
La precisione raggiungibile in pratica dipende da diversi fattori. Nel SISTEMA HYDROCHECK l’analisi è effettuata su un campione da 5 ml, prelevato con l’apposita siringa. Il titolante viene aggiunto mediante una siringa di precisione di fabbricazione svizzera. Lavorando su 5 ml di campione, ogni tacca della siringa corrisponde a un grado di durezza francese, pari a 10 ppm CaCO3. Aggiungendo il titolante in porzioni corrispondenti a un grado per volta, la precisione può essere al massimo di un grado, come risulta evidente dal seguente esempio: se il campione d’acqua in esame ha una durezza di 26,3 gradi francesi, il viraggio dell’indicatore, che indica la fine della titolazione, avrà luogo all’aggiunta della ventisettesima porzione di titolante. In questo caso verrebbe trovata una durezza di 27 gradi francesi, con un errore di 0,7 gradi francesi. Per ottenere una maggiore precisione, è sufficiente lavorare su una maggiore quantità di campione, ad esempio su 50 ml (usando una quantità adeguata di indicatore). In questo caso ogni porzione di titolante erogata dalla siringa di titolazione corrisponde a un decimo di grado francese, pari a 1 ppm CaCO3. Se il campione ha una durezza di 26,3 gradi francesi, pari a 263 ppm CaCO3, il viraggio che indica la fine della titolazione avrà luogo all’aggiunta della duecentosessantaquattresima porzione di titolante. Avendo determinato precedentemente che l’acqua ha una durezza tra 26 e 27 gradi francesi, è sufficiente in questo caso aggiungere rapidamente 260 porzioni di titolante mediante la siringa di titolazione (che è graduata da zero a 76), e concludere la titolazione aggiungendo lentamente le ultime porzioni di titolante fino al viraggio. In questo caso la precisione raggiunta è dunque di 0,1 grado francese, pari a 1 ppm CaCO3. Un altro fattore che influenza la precisione della determinazione è l’accuratezza con cui si misura la quantità di campione. Anche questo tipo di errore si riduce aumentando la quantità di campione.
Inoltre l’acqua può contenere sostanze che interferiscono con la determinazione della durezza. Ad esempio in molte acque di generatori di vapore la titolazione della durezza è notevolmente disturbata, se non resa addirittura impossibile da sostanze interferenti. A prescindere dal fatto che l’analisi della durezza nell’acqua di un generatore di vapore è comunque poco significativa, l’interferenza in parola può essere eliminata quasi sempre mediante l’aggiunta del Reagente durezza A, contenuto nella confezione di TITRATEST DUREZZA.
Benchè la precisione raggiungibile con il TITRATEST DUREZZA dipenda dunque dalla quantità di acqua usata come campione, dall’accuratezza con cui tale quantità viene misurata, e dalle caratteristiche dell’acqua in esame, in pratica essa può venire facilmente adeguata allo scopo per il quale l’analisi è effettuata.
DOMANDA
Qualche anno fa abbiamo acquistato da una primaria società chimica un fotometro e i relativi kit analitici, di cui siamo soddisfatti. Avendo notato che sia i MONOTEST che gli SPECTRATEST della vostra linea HYDROCHECK costano molto meno, vorremmo sapere se possiamo usare i vostri kit con il nostro fotometro. In caso affermativo vorremmo anche sapere se i valori che il fotometro fornisce direttamente per ogni sostanza in esame rimangono validi anche usando i vostri kit.
RISPOSTA
I nostri kit MONOTEST e SPECTRATEST possono essere impiegati con qualsiasi spettrofotometro o fotometro a filtri esistente.
In linea di massima quasi tutti i test kit in commercio sono basati su medesimi metodi di analisi, ad esempio ammoniaca con il metodo Nessler oppure con il metodo all’indofenolo. Ciononostante la medesima analisi effettuata con i test kit di due fornitori diversi può dare valori di assorbimento (estinzione) leggermente diversi. I fotometri dedicati messi in commercio dai fornitori di test kit sono programmati con il fattore necessario per ottenere il risultato corretto, espresso in ppm della sostanza in esame. Usando il test kit di un altro fornitore, tale fattore può essere dunque più o meno diverso da quello programmato nello strumento. Pertanto, prima di sostituire il test kit originale è necessario fare una prova con il kit sostitutivo sul medesimo campione. Se il risultato è uguale con un’approssimazione giudicata sufficiente, è possibile adottare il nuovo test kit senza alcun adattamento. In caso contrario è necessario tenere conto adeguatamente della differenza trovata, o meglio tarare lo strumento per il nuovo kit. Ciò può essere fatto agevolmente impiegando una soluzione standard della sostanza in esame a diverse diluizioni per costruire la curva di estinzione caratteristica per la stessa, usando la modalità “assorbimento” del fotometro.
Usati con i fotometri acquistati presso di noi, i nostri kit MONOTEST e SPECTRATEST forniscono direttamente i risultati espressi in ppm della sostanza cercata. Date le differenze tra fotometri a filtri di marche e tipi diversi, i fattori riportati sulle istruzioni dei nostri kit sono validi solo con questi fotometri. Tali differenze sono invece molto minori se si confrontano i valori ottenuti alla medesima lunghezza d’onda mediante due spettrofotometri di precisione paragonabile. Pertanto il fattore ricavato per uno spettrofotometro può essere ragionevolmente impiegato anche per un altro spettrofotometro di caratteristiche analoghe, con un margine di errore quasi sempre accettabile. Da parte nostra siamo in grado di fornire a richiesta i fattori per spettrofotometro, ricavati con uno Spectronic 20 Genesys per tutti i nostri MONOTEST.
Oltre a quanto detto, va tenuto presente che non tutti i fotometri del commercio accettano le medesime cuvette o provette in cui effettuare la lettura. Ad esempio per i MONOTEST e altri kit analoghi in commercio la lettura viene effettuata nella provetta da 16 mm del kit, ma un fornitore di kit impiega provette di diametro inferiore, per cui il suo fotometro non accetta quelle da 16 mm.
DOMANDA
L’impiego dei vostri HYDROCHECK mi consente di rispettare i limiti di legge in vigore per le acque di scarico? Con quale frequenza devo effettuare le analisi?
<tr >44Solventi organici azotati mg/l0,10637 gascromatografia
PARAMETRO | LIMITE | METODO DI ANALISI (CODICE) (in parentesi sono indicati il limite o il campo dideterminazione diretta per i metodi riportati) *** | |
01 | pH | 5,5 – 9,5 | pH-metro |
02 | Temperatura °C | termometro | |
03 | Portata | flussimetro | |
04 | Colore | 0305 valutazione visiva | |
05 | Odore | 0475 valutazione olfattiva | |
06 | Materiali grossolani | Assenti | 0415 valutazione visiva |
07 | Materiali sedimentabili ml/l | 0,5 | 0417 valutazione visiva |
08 | Materiali in sospensione tot. mg/l | 80 | 0419 gravimetria |
09 | BOD 5 mg/l | 40 | 0210 polarografia |
10 | COD mg/l | 160 | 0280 (10 -160 mg/l) *) 0281 (100 – 1.500 mg/l) *) 0282 (500 – 10.000 mg/l) *) 0283 (10 -160 mg/l)*) (**) 0284 (100 – 1.500 mg/l)*) (**) *) richiede kit + fotometro + termoreattore (**) senza mercurio |
11 | Metalli e non met.tossici tot. | 3 | 0435 |
12 | Alluminio mg/l Al | 1 | 0140 HCK (0,025 – 0,5 mg/l) |
13 | Arsenico mg/l As | 0,5 | 0195 (0,1 – 2,5 mg/l) fotometria |
14 | Bario mg/l Ba | 20 | 0205 AAS o ICP …… |
15 | Boro mg/l B | 2 | 0225 (0,1 – 3 mg/l) fotometria |
16 | Cadmio mg/l Cd | 0,02 | 0235 (0,1 – 1 mg/l) fotometria |
17 | Cromo III mg/l Cr | 2 | 0315 (0,5 – 25 mg/l) fotometria |
18 | CromoVI mg/l Cr | 0,2 | 0311 HCK (0,05 – 1 mg/l) |
19 | Ferro mg/l Fe | 2 | 0340 HCK (0,1 – 4 mg/l) 0341 HCK (0,05 – 2 mg/l) 0342 HCK (0,1 – 5 mg/l) 0343 HCK (0,05 – 2 mg/l) |
20 | Manganese mg/l Mn | 2 | 0400 HCK (0,25 – 5 mg/l) 0401 HCK (0,25 – 5 mg/l) |
21 | Mercurio mg/l Hg | 0,005 | 0425 (0,002 – 0,05 mg/l) |
22 | Nichel mg/l Ni | 2 | 0440 HCK (0,25 – 5 mg/l) 0441 HCK (0,25 – 5 mg/l) |
23 | Piombo mg/l Pb | 0,2 | 0525 (0,02 – 0,5 mg/l) |
24 | Rame mg/l Cu | 0,1 | 0550 HCK (0,25 – 5 mg/l) 0551 HCK (0,25 – 5 mg/l) |
25 | Selenio mg/l Se | 0,03 | 0575 AAS |
26 | Stagno mg/l Sn | 10 | 0645 AAS |
27 | Zinco mg/l Zn | 0,5 | 0685 (0,004 – 0,1 mg/l) |
28 | Cianuri totali mg/l CN | 0,5 | 0250 HCK (0,02 – 0,3 mg/l) |
29 | Cloro attivo libero mg/l Cl2 | 0,2 | 0261 HCK (0,1 – 1,5 mg/l) |
30 | Solfuri mg/l S | 1 | 0620 HCK (0,2 – 3 mg/l) 0621 HCK (0,1 – 3 mg/l) |
31 | Solfiti mg/l SO2— | 1 | 0610 HCK (> 1 mg/l) |
32 | Solfati mg/l SO3— | 1.000 | 0605 HCK (15 – 200 mg/l) |
33 | Cloruri mg/l Cl– | 1.200 | 0270 HCK (> 2 mg/l) 0271 HCK (0,5 – 20 mg/l) 0272 HCK (0,5 >- 20 mg/l) |
34 | Fluoruri mg/l F– | 6 | 0355 (> 0,05 mg/l) fotometria |
35 | Fosforo totale mg/l P | 10 | 0365 HCK (1 – 20 mg/l)) 0366 HCK (10 -80 mg/l)) richiedono termoreattore |
36 | Azoto ammonia-cale mg/l NH4+ | 15 | 0160 HCK (0,5 – 5 mg/l) 0161 HCK (0,05 – 1,5 mg/l) 0162 HCK (0,5 – 5 mg/l) 0163 HCK (0,05 – 1,5 mg/l) |
37 | Azoto nitroso mg/l N | 0,6 | 0460 HCK (0,1 – 2 mg/l) 0461 HCK (0,05 – 1 mg/l) |
38 | Azoto nitrico mg/l N | 20 | 0450 HCK (10 – 150 mg/l) 0451 HCK (2 – 80 mg/l) |
39 | Grassi e oli anim. e veget. mg/l | 20 | 0375 gravimetria |
40 | Oli minerali | 5 mg/l | 0485 (> 0,5 mg/l) |
41 | Fenoli mg/l C6H5OH | 0,5 | 0330 HCK (0,25 – 5 mg/l) 0331 HCK (0,25 – 5 mg/l) |
42 | Aldeidi mg/l HCHO | 1 | 0130 (> 0,05 mg/l) |
43 | Solventi organici aromatici mg/l | 0,2 | 0636 gascromatografia |
45 | Solventi clorurati mg/l | 1 | 0635 gascromatografia |
46 | Tensioattivi mg/l | 2 | 0675 fotometria |
47 | Pesticidi totali mg/l | 0,05 | 0505 gascromatografia |
48 | Pesticidi fosforati | 0,1 mg/l | 0506 gascromatografia |
49 | Saggio di tos-sicità | 0565 | |
50 | Coliformi totali MPN/100 ml | 20.000 | esame microbiologico |
51 | Coliformi fecali MPN/100 ml | 12.000 | esame microbiologico |
52 | Streptococchi fe- cali MPN/100 ml | 2.000 | esame microbiologico |
HCK = kit Hydrocheck AAS = spettrofotometria di assorbimento atomico ICP = spettrofotometria a plasma accoppiato induttivamente
*** il campo di applicazione può essere ampliato mediante opportuna concentrazione o diluizione del campione
Oltre al problema della sensibilità esiste il problema della praticità del metodo e della possibilità di utilizzarlo non solo in laboratorio, ma possibilmente anche sul posto. I test kit Hydrocheck sono basati dove possibile sui metodi ufficiali, e vengono incontro sia alle esigenze di sensibilità e precisione, che di semplicità e versatilità di impiego, sia in laboratorio che all’esterno. Non tutte le analisi sono riducibili a kit. Per quelle che non lo sono, sono stati indicati metodi da laboratorio alternativi. torna all’indice delle FAQ
DOMANDA
Dalla letteratura in mio possesso risulta che i solfati possono essere determinati soltanto con il Vostro kit HYDROCHECK MONOTEST SOLFATI, che però richiede l’impiego di un fotometro. E’ possibile effettuare la determinazione senza il fotometro? Come?
CATIONI
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ANIONI
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calcio (Ca) ) costituiscono la “durezza” magnesio (Mg) ) | bicarbonato (HCO3) corrisponde all’alcalinità m |
sodio (Na) non costituisce “durezza” | cloruri (Cl) ) costituiscono i cosiddetti solfati (SO4) ) “anioni forti” nitrati (NO3) ) |
concentrazioni eccezionalmente elevate di silice possono essere legate a sodio, che in tal caso va considerato nel bilancio | anidride carbonica (CO2) ) senza cationi consi- silice (SiO2) ) derati nel bilancio ) ionico |
In Italia esistono molte acque praticamente prive di sodio, o contenenti quantità minime di sodio. In questi casi, nel bilancio ionico, la quantità di anioni corrisponde alla durezza totale e pertanto la quantità di solfati corrisponde alla differenza tra la durezza totale e la somma di bicarbonati, cloruri e nitrati. Se l’acqua contiene quantità apprezzabili di sodio, bisogna invece determinare prima di tutto la quantità totale di anioni forti, preparando il campione mediante il kit “anioni forti” (codice 1008) e misurando la sua acidità minerale (acidità m). La concentrazione di solfati risulta dalla differenza tra l’acidità minerale trovata e la somma dei cloruri e nitrati. Nei kit HYDROCHECK la maggior parte dei risultati è espressa come gradi francesi. Per effettuare il bilancio ionico in ppm CaCO3 si usano i seguenti fattori di moltiplicazione:
VALORE ORIGINALE
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Onde ottenere ppm CaCO3 MOLTIPLICARE PER
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°f (grado francese)
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10
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ppm Ca
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2,5
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ppm Mg
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4,1
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ppm Na
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2,18
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ppm HCO3
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0,82
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ppm Cl
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1,41
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ppm SO4
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1,04
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ppm NO3
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0,81
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DOMANDA
La mia domanda riguarda il Vostro kit per la determinazione della durezza dell’acqua, che, nella nostra ditta, viene usato continuamente. Dalla Vostra scheda di sicurezza 0024/1 relativa al titolante durezza contenuto nel kit, rilevo che questo contiene come ingrediente pericoloso l’acido etilendiaminotretracetico sale bisodico e dalla Vostra scheda di sicurezza 0013 relativa a tale acido, rilevo inoltre che in caso di fuoriuscita accidentale è necessario indossare un respiratore autonomo, occhiali protettivi, stivali di gomma e pesanti guanti di gomma. Finora il personale ha sempre analizzato la durezza dell’acqua senza guanti e senza altre protezioni, la cui adozione rappresenterebbe un grave intralcio al lavoro. Come ci si deve regolare in pratica?
DOMANDA
Nel nostro stabilimento usiamo un vostro kit per misurare la durezza dell’acqua. Nella scheda di sicurezza dell’indicatore durezza rileviamo quale ingrediente pericoloso la trietanolamina. Al punto 6. (misure in caso di fuoruscita accidentale) della relativa scheda di sicurezza è detto testualmente: “Evacuare la zona. Indossare respiratore autonomo, stivali di gomma e pesanti guanti di gomma”. Potete suggerirci un metodo per misurare la durezza che non sia soggetto a misure di sicurezza così gravose? Ci è stato detto che esiste uno strumento che permette di misurare la durezza con un elettrodo? Cosa ne pensate? Potete fornirlo voi?